Si, alla fine, nonostante la mia convinzione di avere un fortissimo e sviluppatissimo sesto senso, ai limiti del paranormale, mi sono sbagliato. Questa però non vuole essere una pubblica ammenda. Solo una necessità di coerenza. Non potevo sapere. Io l'avevo percepita e forse anche un po' ricostruita esattamente come l'ho descritta. Ma non era un silenzio carico di tensione e/o di dannazione. D'accordo, lasciamole il beneficio del dubbio, ma con il forte sospetto (dopo averla sentita parlare al telefono oggi), che il silenzio fosse fatto di se stesso. Ovvero di nulla.
Se avessi potuto evitare questa delusione penso che, vigliaccamente, avrei scelto di farlo. Ma volendo essere coerente, è stato giusto così. Le avevo dedicato una scultura che la ritraeva in modo generoso ma poco fedele ed ha ritenuto che fosse il caso di farmelo sapere. Con un pugno in faccia, ma non sta a me giudicare le maniere altrui.
E' possibile che mi sbagli ancora e che il suo forte dialetto e le cose frivole di cui ha parlato siano un caso. E' possibile che in realtà sia esattamente ciò che avevo immaginato. Potrebbe essere, ancora una volta, che tutto quello che vedo si stia svolgendo soltanto nella mia testa.
Uno scrittore che ammiro parlava di vari tipi di silenzio, che riescono a coesistere allo stesso tempo negli stessi spazi. E quello dei nostri brevi ed insignificanti incontri pendolari ha una sua propria dimensione. Non importa come parla. Il nostro rapporto è basato sull'assenza di comunicazione, perciò, in fondo in fondo, il silenzio riassume tutto ciò che non siamo in grado di dirci. Come scriveva Kaufman in Adaptation ..."quell'amore era mio, mi apparteneva e nessuno aveva il diritto di portarmelo via. Nemmeno lei."
E questo silenzio è mio.
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