Tuesday, August 24, 2010

Il karma e le sberle

A volte, quando sei testardo e non ti vuoi rendere conto di quanto la realtà ti stia premiando, hai bisogno di qualche sberla e di piantarla di fare i capricci. Tutto e subito, come i bambini. Eppure dovresti saperlo che non funziona esattamente così.
Il fiume scorre e le cose galleggiano, scorrono con esso. Forse arriverà il momento in cui le avrai tutte attorno, ma devi smetterla di nuotare in direzioni che non puoi raggiungere. Controcorrente. Perché le cose passano e tu sei ancora lì, fondamentalmente.
Ti senti un rottame? Una scusa in più per lasciarti andare lungo la tua strada. Forse il momento in cui avrai tutto ciò che ti rende sereno non arriverà mai. Forse perderai alcune cose per strada, di sicuro alcune persone, ma non devi perdere di vista il modo in cui l'universo, in fondo, ti sistema. Niente di scontato, giusto?
La vita non è una guerra, non è necessario uccidere per sopravvivere. Ma è una giungla psicologica, e bisogna essere sempre consci di quello che ci circonda, perdersi è molto facile. Le sberle emotive sono il modo che l'universo ha per dire: Sveglia. Guarda da un'altra parte. Vergogna. Come ti permetti? Qualunque di queste cose, ma non è niente di personale. Solo, basta piagnucolare. Non ti piace la minestra? Cucinati una pasta.

Friday, August 20, 2010

Geocaching e le colonne d'Ercole

Da http://www.geocashing.com : "Geocaching (pronounced geo-cashing) is a worldwide game of hiding and seeking treasure."
Ed è esattamente così che sono riuscito a resuscitare una giornata che sembrava nata morta. E' un gioco positivo, che allena la mente e il corpo, mentre giri alla ricerca di quella che può essere una scatola o una minuscola provetta con dentro un foglio da firmare. E' chiaramente un gioco fine a se stesso, ma al contempo molto prezioso. E' una condivisione di esperienze con decine (probabilmente in certi posti anche centinaia) di persone, è una scoperta che viene ripetuta, ammirata e rinchiusa nuovamente prima di poter sparire, ma al di sopra di tutto è una cosa che porti con te ovunque tu vada. Non è una chitarra, che mai verrà con te in viaggio a New York. Non è il portatile, che lascerai a casa nel tuo viaggio in Vietnam. E' una piccola passione innocente che verrà con te ovunque.
Sempre che non ti lasci ossessionare, altrimenti finirai per farti trascinare da essa ovunque. Paradossalmente però, le colonne d'ercole non te le fa superare questo nuovo piccolo pallino. No, è tutto il resto. E' la sconfitta annunciata prima della battaglia. La lettera dal fronte con scritto che al posto della trincea costruiranno un nuovo IKEA. Puoi stare a casa, non serve che ti presenti. E' il fatto che nessuno sembra rendersi conto di quanto tu abbia bisogno di una guerra. E' il fatto che qualcuno, alla fine di tutto, della morte dell'ennesimo germoglio, la resurrezione, il sonno e la rabbia, la disapprovazione e l'entusiasmo, la depressione e la riflessione, si permette di rispondere ad un messaggio dopo un giorno intero lamentandosi di una giornata piena. No, la tua giornata non è stata piena, non abbastanza da non avere 30 secondi.
E' il refolo di vento che spinge la nave oltre le colonne d'ercole, quel territorio inesplorato in cui perdi il contegno ed il rispetto per gli esseri viventi che non sanno nemmeno cosa li circonda. Tu sei andato così oltre. Non c'è ritorno. Non puoi parlare con nessuno, sei un mostro ai loro occhi. (Grazie J, sai benissimo da dove ho preso queste parole.)
Così, in mezzo ad un oceano che ti è ancora nuovo, decidi di maledire tutti. Tutti quelli che non vogliono sapere che cosa c'è dietro quelle colonne. Tutti coloro che non hanno il tempo di condividere il gusto dello scambio e della ricerca. Che marciscano senza entusiasmo, così come fingono di vivere. Porterò qualche dono sulle loro tombe al mio ritorno.

Monday, August 16, 2010

Dovevi essere tu

Ho sempre trovato curioso il modo in cui non si riesca ad attribuire un odore ad un oggetto preciso, ma quello stesso profumo, all'istante, ci ricordi precisi momenti della vita. Vengono e vanno, sfuggono come immagini dal finestrino di un treno, si imprimono vivide su una memoria fatta di sabbia su un bagnasciuga. Ci ripassi sopra il dito più volte, ma il mare alla fine se le porta via.
Pini e terra bagnata dopo la pioggia? No, piuttosto quella volta in cui hai baciato E in montagna, vicino al piccolo cimitero, con una paura mista di adolescenza e paranormale. E questo dolciastro? Senza dubbio le gomme da cancellare profumate che collezionavi quando eri piccolo. E allora cosa ci fa in mezzo alla strada a mezzanotte di ferragosto? Se è uno scherzo, lo trovo di cattivo gusto.
Le sensazioni, al contrario, non hanno un posto esatto nella memoria, ma sai esattamente a cosa attribuirle. Indecisione, paranoia, voglia di far bene o brutto presentimento. Quando si mischiano però tutto diventa più difficile. I confini si fanno sottili. Quando è stata l'ultima volta che mi sono sentito così? Quella volta con A sulla scalinata della chiesa? O con E fuori dalla cantina? Non è così semplice. Desideri ardentemente una mazzetta pantone psico-sensoriale da confrontare con te stesso in quel momento per capire cosa succede. E' l'equivalente sentimentale di entrare in una profumeria. Overload e loop. Troppe cose, tutto allo stesso momento, che si ripetono in circolo e non riesci a trovarne l'inizio, come un rotolo di scotch. Gratti con le unghie ma non ne vieni fuori.
Dovevi essere tu a farlo. Beh, congratulazioni. Naturalmente non lo sapevi e con molta probabilità non avevi nemmeno intenzione di farlo, ma lo hai fatto e forse ci sarà un seguito a tutto questo. Sei la persona che miracolosamente riesce a svitare il tappo del barattolo di marmellata che nessuno riusciva ad aprire. Forse non quella più forte e decisamente non quella più fortunata. Con ogni probabilità il vaso nemmeno volevi aprirlo, te l'hanno chiesto come favore, passavi di lì distrattamente. Però dovevi essere tu.
Non esistono universi paralleli, in cui qualcuno è riuscito a svitarlo prima e Hitler è morto giovane. Esiste solo questo, in cui il fatto stesso che una cosa sia successa dimostra che era la sola cosa possibile per quelle condizioni. Tu eri la sola possibile nelle mie condizioni.
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