Wednesday, June 9, 2010

N, ovvero come impilare i mattoncini

N ha l'atteggiamento giusto per tirarmi fuori le cose di me che non riesco a digerire. Niente tisana, mi caccia due dita in gola e le vomito giù tutte, quasi senza sofferenza.
Oggi ho capito cos'è quell'insofferenza strisciante che mi torce le budella da un po' di tempo. Logistica. Un procrastinatore nato non ha voglia di incastrare i lego per farli stare dentro uno scatolone, compra uno scatolone più largo e ce li butta dentro. Li metterò a posto quando mi servono. Ma il problema non sono i lego. Sei cresciuto e hai capito che comunque non ci stanno tutti. Scegli, strappandoti piccoli pezzi di anima e di memoria, e fai una selezione più accurata. Ma non hai propria voglia di incastrarli, poi non puoi usare quello che vuoi quando più lo desideri. Benvenuto nella vita reale, coglione.
No, ma c'è un motivo se non hai voglia, ci deve essere. Lo scopo. Perché sfidare le leggi della fisica senza uno scopo? Allora intravedi la possibilità di un incastro difficile, la solita sfida da bambino, con la sola differenza che non ci sono più mamme di cui cercare l'approvazione. Sei tu tua madre e tuo padre. Nel tuo microcosmo sei una cazzo di trinità, ma devi dare una ragione alla tua parte mortale per venerarti.
D'accordo, ora hai più di uno scopo, tutto da mettere assieme, qualcosa non andrà in porto ma va bene così, rispetto ad altri sei comunque un passo avanti. No, no, ancora quel fastidio.
N apre bocca. Ecco lì la spiegazione. Era così semplice, dovresti conoscerti ormai. Hai sempre odiato quando l'oroscopo ti diceva che la carriera andava bene e non parlava del resto. Avevi la strana sensazione che stesse volutamente omettendo qualcosa, come il dottore che evita il nome della patologia davanti ad un malato terminale. Mancavano le donne. Quegli esseri che si agghindano con collane ed orecchini fatti delle anime che strappano ai mortali. Dannazione a loro. Una di loro ha, effettivamente, un nome che rimanda alla divinità.
Potresti anche girare in mutande a sterminare minotauri, perché in fondo ti senti un po' Teseo. Ma ti rendi conto che sei fermo in coda ad un ufficio, che la logistica ti sta uccidendo, e che la gente ti guarda strano perché, sotto sotto, percepisce che vorresti essere in mutande e brandire una daga scintillante.
Vabbeh, è solo questione di tempo.
Però quando divento grande la daga me la compro, ecco. E ne regalo una anche a N.

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