Si, mi ero ripromesso, quel giorno, dopo un lungo giro in bici, di ricordare e riportare tutte le cose che avevo visto e sentito. Quelle cose che Amélie Nothomb aveva già sdoganato nel proprio film ma che, per quanto mi riguarda, continuano ad essere snobbate.
Ci vuole una certa pace interiore per coglierle.
Non una pace contingente, quella non è necessaria. Anzi, è probabilmente l'energia propulsiva che mette in moto il meccanismo della fuga nelle piccole cose. Insomma, se non hai soldi e possiedi dei pensieri turbolenti, ci sono buone probabilità che tu ti accorga di queste temporanee meraviglie del caso.
Ci vuole una pace interiore nel senso ampio del termine. Un assoluto senso di appartenenza a questo mondo privo del timore di perdere qualcosa (compresi se stessi). Allora vedi e noti molte più cose, perché non hai più fretta. Anzi, più lentamente passa il tempo, più ti sembra di trarne guadagno. Balle, ma solo in parte. La verità è che non puoi tenerle tutte nella tua testa. Rainman si. Il tuo amico genialoide del liceo forse si. Ma tu no, tu sei umano e dimentichi. Cos'era quel profumo che ti era tanto piaciuto uscendo dal parco? Svanito.
Allora si, allora quel momento è definitivamente perso. E' qui che scatta il dilemma, una sottile membrana si rompe e una serie più o meno confusa di pensieri frana precipitosamente, tanto che ti vien quasi voglia di parlarne. Anche da solo.
Avrei dovuto scriverlo appena arrivato a casa.
Troppo tardi comunque, se vuoi essere un purista. Mancano i dettagli. Cos'è un particolare senza i dettagli?
Mi sarei dovuto fermare lì e scriverlo da qualche parte.
Ma è come filmare un concerto. Lo guardi attraverso l'obiettivo ed è come vederlo su uno schermo. Perdi l'impatto, perdi il momento, ti manca la sensazione diretta.
Allora imparo a scrivere senza guardare.
Non essere sciocco. Non essere volutamente ottuso. Stai parlando con te stesso, cosa ti devi dimostrare? Sai già tutto. Buffone. Devi imparare a lasciar andare anche le piccole cose. Devi inserire la loro potenziale scomparsa nello schema più grande che già hai accettato. Non puoi essere tutto. Non puoi essere un barbone vestito bene. Non ha senso. Accetta i barboni vestiti bene, se mai ne incontrerai uno, ma apprezzalo per quello che è. Un momento bizzarro, unico, a suo modo affascinante e, come tutto, evanescente.
Certo che, giusto per sentirti un po' umano, la prossima volta potresti, effettivamente, scrivere un po' prima.
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