Monday, August 16, 2010

Dovevi essere tu

Ho sempre trovato curioso il modo in cui non si riesca ad attribuire un odore ad un oggetto preciso, ma quello stesso profumo, all'istante, ci ricordi precisi momenti della vita. Vengono e vanno, sfuggono come immagini dal finestrino di un treno, si imprimono vivide su una memoria fatta di sabbia su un bagnasciuga. Ci ripassi sopra il dito più volte, ma il mare alla fine se le porta via.
Pini e terra bagnata dopo la pioggia? No, piuttosto quella volta in cui hai baciato E in montagna, vicino al piccolo cimitero, con una paura mista di adolescenza e paranormale. E questo dolciastro? Senza dubbio le gomme da cancellare profumate che collezionavi quando eri piccolo. E allora cosa ci fa in mezzo alla strada a mezzanotte di ferragosto? Se è uno scherzo, lo trovo di cattivo gusto.
Le sensazioni, al contrario, non hanno un posto esatto nella memoria, ma sai esattamente a cosa attribuirle. Indecisione, paranoia, voglia di far bene o brutto presentimento. Quando si mischiano però tutto diventa più difficile. I confini si fanno sottili. Quando è stata l'ultima volta che mi sono sentito così? Quella volta con A sulla scalinata della chiesa? O con E fuori dalla cantina? Non è così semplice. Desideri ardentemente una mazzetta pantone psico-sensoriale da confrontare con te stesso in quel momento per capire cosa succede. E' l'equivalente sentimentale di entrare in una profumeria. Overload e loop. Troppe cose, tutto allo stesso momento, che si ripetono in circolo e non riesci a trovarne l'inizio, come un rotolo di scotch. Gratti con le unghie ma non ne vieni fuori.
Dovevi essere tu a farlo. Beh, congratulazioni. Naturalmente non lo sapevi e con molta probabilità non avevi nemmeno intenzione di farlo, ma lo hai fatto e forse ci sarà un seguito a tutto questo. Sei la persona che miracolosamente riesce a svitare il tappo del barattolo di marmellata che nessuno riusciva ad aprire. Forse non quella più forte e decisamente non quella più fortunata. Con ogni probabilità il vaso nemmeno volevi aprirlo, te l'hanno chiesto come favore, passavi di lì distrattamente. Però dovevi essere tu.
Non esistono universi paralleli, in cui qualcuno è riuscito a svitarlo prima e Hitler è morto giovane. Esiste solo questo, in cui il fatto stesso che una cosa sia successa dimostra che era la sola cosa possibile per quelle condizioni. Tu eri la sola possibile nelle mie condizioni.
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